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Se è vero che l’esperienza (ed soprattutto i significati dell’esperienza) è in grado di modificare il substrato neuronale del cervello c’è da chiedersi quali profonde modificazioni in questo senso portino ad un cervello ancora in formazione le esperienze , così tanto traccianti, dell’imprinting infantile.
E c’è ancora da chiedersi quali trasformazioni neuronali porti con sé anche ed invece la terapia analitica.
Non si sa se essa sia in grado di mutare i cambiamenti al substrato neuronale apportati dall’imprinting oppure attuare un’altra serie di cambiamenti che marginalizzino, fino ad annullarne gli effetti sul comportamento, quelle iniziali trasformazioni.
Inoltre è possibile che è proprio alla necessità di tali trasformazioni organiche che potrebbero addebitarsi sia la forza di talune resistenze sia i tempi necessari per superarle.
Se l’esperienza, quale che essa sia (e quindi anche l’esperienza della non esperienza di sé), è in grado di apportare nel cervello , grazie alla sua plasticità, quelle trasformazioni cosa c’è da stupirsi se nel medio o lungo periodo la condizione psichica in atto è in grado di portare mutamenti somatici (sintomi e patologie) nel corpo, sicuramente molto meno “plastico” del cervello.