Alcuni potranno anche lamentare che la vita non ha significato.
Il loro problema è che sono loro a non percepire l’infinita ricchezza di significato che la vita ogni giorno ci sottopone.
La vita del vivente, di ogni vivente, è un grande teatro.
Nel quale in ogni istante si rappresenta qualcosa.
Una continua rappresentazione costituita da eventi, emozioni, sentimenti, sogni, visioni, pensieri, comportamenti, desideri , sintomi, patologie e chi più ne ha più ne metta.
Una infinità di rappresentazioni tutte portatrici di significato.
Si può passare tutta la vita a cercare di comprendere intuitivamente l’infinità di significati dei quali è portatrice la vita.
Una immensa ricchezza quasi del tutto misconosciuta.
Come in ogni teatro nella vita potranno essere rappresentare opere comiche ma anche opere tragiche.
Opere noiose ed opere pericolose.
Opere dolorose ed anche disperate.
Si sa che il cancro è patologia severa.
Ma certo non la più severa tra tutte le malattie potenzialmente mortali.
Eppure il cancro suscita un terrore sconfinato tanto che taluni hanno paura perfino a pronunciarne il nome e la identificano con delle meno terrorizzanti metafore.
Il Sé inconscio nell’individuo dissociato cerca in una infinità di modi una possibilità di espressione nella coscienza di questo individuo.
Ci prova in moltissimi modi , nei sogni innanzitutto e poi nei comportamenti, nei pensieri,nelle proiezioni, ecc. tentando in tutti i modi di piazzare un qualche suo significato nella coscienza del reprobo.
Il quale non sa che dentro di lui è un continuo ribollire di disperati tentativi di evasione.
Da parte del suo proprio Sé.
Ma la nuova vita psichica che i suoi geni hanno destinato a quell’individuo viene dalla sua coscienza pervicacemente negata.
A favore di una quantità di costrutti del falso sé che un imprinting ostile ed inconsapevole gli hanno ficcato dentro.
Dopo aver invano sperimentato tutte le vie possibili questa nuova vita psichica tenta la carta della disperazione.
Si somatizza e crea nuove cellule laddove non dovrebbero stare.
Si somatizza e si invera e si incarna in una nuova forma di vita stavolta biologica.
E potenzialmente mortale.
E si tratta ancora , anche così, di una rappresentazione.
Quando si prende un po’ alla volta coscienza del proprio Sé ciò è letale per i costrutti del falso sé che appestano la coscienza .
Il falso sé ed i sui costrutti lentamente vengono sostituiti nella coscienza dai contenuti del proprio Sé i quali descrivono a quella coscienza la reale natura dell’individuo (ah, è così che sono realmente !!!).
Una vecchia putrescente coscienza si avvia a morire ed infine muore sotto la pressione della nuova vita psichica che finalmente trova la sua giusta sistemazione, la sistemazione che il codice genetico dell’individuo , fin dal suo concepimento, aveva progettato per lui.