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I riversamenti iniziali del sovraccarico negli inconsci parentali verso l'inconscio infantile, come qualsiasi altro contenuto dell'inconscio altro, si rendono manifesti, a causa del transfert, nell'inconscio liberato.
Diversamente dai contenuti istintuali, mai integrati dell'inconscio sovraccarico che si rendono manifesti grazie ai sogni transferali, quei contenuti si rendono manifesti nell'osservatore potenziando gli stessi sintomi con i quali si erano somatizzati, nel corso del lavoro, le sue stesse resistenze al mutamento.
E siccome che quei riversamenti, a quanto pare ed appare, hanno coinvolto pressoché tutti gli inconsci infantili il rapporto con qualsiasi adulto/a genera questo, diciamo così, fastidioso fenomeno percettivo.
Il che significa che nel corso dei processi di crescita le resistenze al cambiamento generate dalla coscienza dell’interessato/a sono continuamente potenziate dalle resistenze transferali, diciamo così strutturali, generate dai riversamenti inconsci presenti ed attivi negli inconsci di ciascun individuo dissociato da sé.
Ivi compresi gli psicoanalisti docenti che con la loro più o meno consapevole imposizione negli allievi della teoria dominate di scuola altro non fanno che difendere il loro status quo patologico.
Imponendolo tel quel ai loro inconsapevoli allievi, e perpetuando così in essi la loro stessa condizione di incoscienza dissociativa.
E castrandone di conseguenza le loro potenzialità di crescita psichica.*
(*) E’ a tale scopo è assolutamente illuminante il dialogo nello studio di Freud tra Jung e lo stesso Freud, e gli effetti nella realtà sensibile delle resistenze strutturali inconsapevolmente imposte a Jung dalla condizione dissociativa di Freud, quando Jung cercava di illustrare ad esso i termini della sua nuova psicologia analitica. La quale fortemente contrastava con l’asfittica razionalissima pseudoteoria elaborata dallo stesso Freud. (vedasi in proposito “Ricordi, sogni e riflessione” di C. G. Jung.
(scritto il 18/9/23)