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Definito perfino da Socrate, l’oscuro, è la dimostrazione di come l’intelligenza solo razionale, per quanto eccelsa e brillante, sia del tutto impossibilitata a comprendere cose che solo l’intelligenza intuitiva è capace di comprendere.
Eraclito, seppur nel suo modo criptico, ha capito del funzionamento della psiche umana, della sua stessa psiche, (“Ho indagato me stesso” Framm.- 126), ciò che ben pochi nei secoli a venire sono riusciti a capire.
Compresa quasi tutta la psicoanalisi c.d. ufficiale.
E non perché quelli che qualcosa ne capiscono siano dei geni.
Ma solo perché hanno capito una cosa fondamentale: L’intelligenza razionale ha un suo limite strutturale insuperabile.
Come ben hanno capito i fisici quantistici quando la loro pur potente intelligenza razionale si è andata a schiantare irreparabilmente contro i meccanismi di funzionamento della materia elementare.
E per capire le cose della psiche umana, il linguaggio simbolico dei sogni e dei miti, i linguaggi simbolici della Natura, occorre perciò sviluppare in sé stessi, nella propria coscienza, l’altra intelligenza, l’intelligenza intuitiva, che è sviluppabile con lo studio e l’esercizio nella interpretazione esattamente come si sviluppa l’intelligenza razionale.
Bisognerebbe che a scuola tutti studiassero Eraclito e si aiutassero gli allievi soprattutto a comprenderne i suoi profondi significati.
Con docenti coscienti di sè che li avessero compresi a loro volta.
(scritto il 18/9/23)