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Dice un sogno transferale:”E’ come se fossimo tra le montagne dell’Afganistan e mio padre prepara un piatto speciale, la testa del capretto, molto buona. Poi siamo appostati e c’è un altro che è giù in un declivio roccioso ed aspetta non so che cosa, qualcosa di importante. E quando invece questa cosa non arriva è come se impazzisse, vorrebbe scappare e bisogna fermarlo. Allora dice un afgano che quello ha mangiato l’uva di Kandaara che fa impazzire.”

Il sogno riguarda una coscienza la quale, grazie al transfert ed al controtransfert, ha integrato il suo Sé, l’immagine del suo Sé (la testa di capretto).

La seconda parte del sogno riguarda invece una coscienza maschile che nutre il suo falso sé di informazioni di realtà (le protesi del falso sé, nel sogno “l’uva di Kandaara”) e dalle quali non riesce a distaccarsi. Mantenendo perciò la sua coscienza in una perenne condizione di dissociazione da sé.

            (scritto il 19/9/23)

 

 

 

 

 

 


 

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