Esiste un periodo nella vita del bambino , ancora nella fase neonatale, nel quale il linguaggio della madre (ed in genere dell’ambito parentale) ha una caratteristica:Si tratta di un linguaggio apparentemente privo di senso ma che trasmette moltissima affettività.

Basta osservare per capire di che si tratta il linguaggio della madre amorevole verso l’amato neonato (linguaggio di versi apparentemente senza senso, linguaggi corporei, ecc.) oppure per altro verso il linguaggio tipicamente infantile tra innamorati.

In alcuni casi di dissociazione estrema nella quale nulla di sé è stato integrato dalla coscienza e nella quale la coscienza di sé è rimasta cristallizzata a livello infantile neonatale l’inconscio dell’analista , grazie al transfert in atto, dà comunicazione di sé alla coscienza dell’altro utilizzando il linguaggio infantile, un  linguaggio cioè povero di senso ma ricchissimo di affettività.

Quell’affettività, quell’amore che la madre del paziente nel periodo infantile ed in particolare neonatale non è stata in grado di dare al bambino.

Questo tipo di linguaggio , estremamente infantile estremamente primitivo riesce a fare breccia nella coscienza del paziente e a stabilire un canale di comunicazione transferale altrimenti di impossibile attuazione.

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