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Tutta la materia dell’Universo è collassata.
Nulla di ciò che conosciamo dell’Universo, del tempo, dello spazio e della materia è più come prima.
Per una frazione di nanosecondi ogni atomo, ogni molecola, ogni elettrone è ridotto ad una poltiglia, che rovente è dir poco, chiamata plasma.
Tutto è indifferenziato , tutto è ad altissime temperature ed immensa pressione, nulla è come prima.
L’Universo ha raggiunto il suo stato primigenio, lo stato assoluto della materia.
E’ diventato un immenso unico buco nero: Il punto zero.
Tutto non è più come prima.
Tranne una cosa.
Una sola cosa sopravvive dello scomparso Universo.
L’informazione.
E più precisamente l’informazione sullo stato quantico di quella gigantesca massa indifferenziata.
Grande forse come il puntino del punto esclamativo della sorpresa per ciò che ha sconvolto il tutto.
Non sappiamo quali numeri quantici la esprimano, non sappiamo chi o cosa la conserva e la ricorda.
Ma quella memoria, unica sopravvissuta di tutto e del tutto, in quella frazione di nanosecondi si è cristallizzata e consolidata*.
Non sappiamo dove, non sappiamo come.
Quello stato della materia ha la durata, nel buio più assoluto e nel silenzio più assoluto, meno di un batter di ciglia.
Ma esso determinerà la storia del futuro Universo.
Il quale subito dopo esplode e nasce.
Miriadi di particella di materia si diffondono dappertutto in tutte le direzioni.
Alcune a velocità inimmaginabili.
Nasce una luce immensa, che nessuno vede.
Insieme a tutte le altre onde di tutte le frequenze possibili.
Nasce un suono immane, che nessuno ascolta.
E quando quella velocità sta per raggiungere quella della luce quella materia ancora indifferenziata che ha osato avvicinarsi ad essa cambia di stato e diventa energia.
Contemporaneamente l'informazione quantica di ciascun elettrone in mutamento aggiorna di questo stato tutti gli altri elettroni e tuta la materia.
Nascono, aggregandosi le piccole particelle di materia, poco meno che polvere impalpabile, una con l’altra.
Nascono i primi atomi , le prime molecole , i primi elettroni.
E poi ancora polvere, i pianeti, i soli e le stelle, le galassie, ecc.
Si riformano qua e là i buchi neri e la materia oscura.
Ed è possibile che tutto ciò avvenga in un tempo inimmaginalmente breve a causa di quelle informazioni che aggiornano con velocità illimitata la materia tutta di ogni seppur minimo cambiamento di stato.
Ed è possibile perciò che gli effetti di quella grande esplosione si condensino nell'Universo per come lo conosciamo ora in un grande istantaneo flash.
Ma ogni granello di quella materia conserva in sé una memoria.
La memoria di quell’unico irripetibile stato originario: L’unum mondo.
Ed ogni elettrone della materia appena formatasi, ed alla quale si è aggregato, la sospinge con il suo specifico stato quantico verso quello stato iniziale ed originario.
Chiameranno poi questa spinta forza di gravità.
Sarà pure.
Ma essa forma i pianeti e le stelle ed aggrega materia a materia.
Verso altra materia con la quale si unisce coltivando l’antica memoria dell’Unum mondo.
Intanto la grande spinta del Big Bang si converte ed induce inerzialmente i pianeti e le stelle e le galassie a ruotare su loro stessi.
Ad avvicinarsi alle stelle e da esse stare lontani per via del moto di rivoluzione, forza inerziale questa come i moti di rotazione, da quell’antica esplosione indottisi e trasformatisi.
Dato che l’unico grande immenso motore dell’Universo è e sempre sarà quella immane spinta iniziale.
Ma non per sempre.
Quella forza attrattiva nella materia e tra la materia, cui ogni elettrone fa mente locale e di cui ogni elettrone ha memoria, continua a sospingere la materia verso altra materia e verso l’antico stato primigenio: Verso il punto zero.
E quando essa, a forza di lentissimamente rallentarla, uguaglierà l’immensa forza espansiva del Big Bang l’Universo tutto avrà un nanoistante di esitazione e tutto ricollasserà verso il punto zero.
Ed da lì inizierà una nuova Storia.
Della quale l’informazione è e sarà il continuum perenne, il punto che termina una frase e ne ricomincia un’altra.
(*) Tanto per ridere e distrarsi potremmo chiamarla la “nostalgia del punto zero, la nostalgia di casa”.
(scritto il 13/1/23)