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E’ possibile che quando la coscienza dell’altro, cristallizzata nel suo status quo, riceve qualche significato controtransferale del Sé dell’individuo stesso ed inizia perciò a mutare ciò dia un “segno” visibile all’osservatore con un qualche sintomo (quale che esso sia) che dell’inizio di quel mutamento dà segnale e rappresentazione di sé.
Secondo il principio generale che nulla può rimanere inconscio e ciò che avviene nella propria psiche e nella psiche altra, nella direzione del processo di crescita, DEVE svelarsi in qualche modo all’osservatore consapevole.
(scritto il 28/9/23)