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E' possibile che  in un sistema psichico duale una delle due coscienze sia afflitta da un complesso di castrazione particolarmente potente il quale rende le difese e le resistenze al mutamento di questa coscienza particolarmente rigide.

Ciò può implicare  che quelle potenti difese cristallizzate rendano l'individuo particolarmente immune rispetto  a patologie ed infezioni somatiche*.

Se però la coscienza dell'altro membro di quel sistema comincia a mutare può accadere che nel  membro di quel sistema, la cui coscienza è afflitta dal quel potente complesso di castrazione,  insorgano all'improvviso o patologie di particolare gravità o addirittura la morte improvvisa.

Come se la estrema rigidità delle sue  difese fosse in parte sostenuta dalle difese di sistema poste a carico dell'altra coscienza.

La quale, iniziando il proprio processo di mutamento,  perciò stesso  le indebolisce.

In questi casi sarebbe indispensabile non una terapia individuale ma una terapia di sistema al fine di impedire che le condizione di squilibrio, introdotte in quel sistema dalla terapia in uno dei due membri,  penalizzi l'altro membro del sistema .

E' come se il fatto che la terapia induca al mutamento una delle due coscienze di sistema rinforzasse le difese terapeutiche di tale  coscienza a scapito delle difese di sistema.

Con le possibili conseguenze illustrate.

Nel caso dei femminicidi invece è il mutamento introdotto nel sistema dal partner di genere femminile (il voler rescindere il rapporto di coppia) ad indebolire le difese patologiche del sistema duale inducendo l'altro partner ad agire ciecamente quel meccanismo inconscio e ad azionare il relativo meccanismo omicidiario.

(*) Questa cosa è sintetizzata nel motto popolare: "La malerba non muore mai".

             (scritto il 01/11/23)

 

 

 

 

 

 


 

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