A questo punto si ritiene opportuno introdurre una distinzione nemmeno tanto sottile tra i due termini che sottendono due processi tra di loro molto diversi.
Prescindendo del tutto dalle definizioni “ufficiali” utilizzerei il termine “imprinting” per indicare il processo di apprendimento dei cuccioli di animali che vivono nel loro ambiente naturale, non in cattività , processo di apprendimento che consente loro una costruzione psichica che da una parte fornisce loro gli strumenti fondamentali alla sopravvivenza in quell’ambiente e dall’altra parte consente loro di integrare nella loro coscienza il rispettivo Sé cioè la conoscenza della loro reale natura.
Riserverei lo stesso termine ai processi di apprendimento dei cuccioli di uomo che nascono in un ambito familiare che consente loro una completa crescita psichica grazie alle facilitazioni che quell’ambito concede loro ai fini della integrazione nella loro coscienza del loro Sé cioè della conoscenza della loro reale natura.
Evento questo che si ritiene limitato ad un numero estremamente basso di casi.
Utilizzerei invece il termine “impregnazione” per tutti i casi in cui la piccola coscienza infantile si impregna inconsapevolmente dei significati più o meno distorti che un ambito familiare composto da individui dissociati (o peggio) impartisce loro allo scopo di costruire in quelle psiche una adattamento non alla reale natura di quei piccoli individui ma a quell’ambito familiare più o meno distorto e quindi distorcente.
Processo che viene definito di impregnazione in quanto i comportamenti dell’ambito familiare ed i significati distorti e distorcenti che essi impongono vengono assorbiti acriticamente per emulazione dalle piccole psiche in formazione .
Ed il termine impregnazione è assolutamente adeguato in quanto quelle piccole psiche funzionano nella fase iniziale dello sviluppo (infanzia ed adolescenza) come delle spugne che acriticamente ed inconsapevolmente assorbono tutto ciò che viene loro propinato.