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Premesso che esiste terapia analitica se coesistono tre elementi:
- Un soggetto che sia in grado di raccontare i propri sogni;
- Un terapeuta che sia in grado di comprenderne intuitivamente (poco o tanto) i significati (a prescindere della sua scuola di formazione, della sua ideologia o della sua credenza);
- Il dialogo terapeutico.
Ciò premesso il sistema psichico dell’individuo “esposto” alla terapia analitica viene agito su tre versanti, su tre elementi diversi.
- L’elemento A :Le esperienze vissute e ciò che esse hanno prodotto e cioè il complesso di castrazione e la condizione dissociativa;
- L’elemento B:Gli effetti nevrotici, somatici, comportamentali , ecc. determinati da quelle esperienze e dall’elemento A;
- L’elemento C: La terapia stessa.
Via via che l’elemento C opera un lento ampliamento dell’esperienza vissuta dall’individuo l’elemento A, altrettanto lentamente, comincia a marginalizzarsi nella psiche individuale attenuando lentamente gli effetti di cui all’elemento B.
Integrare nella coscienza dell’individuo i significati dei suoi sogni è esattamente l’ampliamento di esperienza necessario ed indispensabile a quei fini.
L’imprinting infantile che aiuta e coadiuva una crescita psichica sana nella direzione della integrazione della immagine del proprio Sé e l’integrazione terapeutica dei significati dei propri sogni sono sostanzialmente la stessa cosa, due facce diverse, ancorchè temporalmente diverse , dello stesso identico processo psichico.
Si potrebbe pensare la psicoanalisi come una ulteriore religione monoteista il cui fulcro è il Sé dell’individuo.
Tanto che talune coscienze incapaci di distinguere tendono a chiamare il loro Sé con il nome di Dio.
Ovviamente Dio , le divinità, le religioni sono cose profondamente diverse che operano in campi mistici molto distanti da quello di cui trattasi.
C’è però da dire che trattandosi di enti ricchissimi di linguaggi simbolici anche in questi linguaggi c’è molto da interpretare e da capire.