Narrazione simbolica ebraica.

Loro interpretazioni.

Narrazione simbolica cristiana.

Giacobbe, figlio di Isacco, si traferì in Egitto ed i suoi discendenti furono ridotti in schivitù. Il popolo ebraico viene finalmente liberato dalla schiavitù, grazie all’intervento di Mosè, ed inizia la lunga traversata del deserto.

Le informazioni genetiche, relative alla psiche, vengono liberati dal codice genetico e transitano nell’inconscio sotto forma di contenuti istintuali simbolicamente rappresentativi.

Al termine della lunga traversata Mosè rinnega “il vitello d’oro” e dona al popolo le tavole della legge (la Tora).

Il Sé ripulisce l’inconscio dalle radici inconsce delle protesi del falso sé e struttura in esso le basi inconsce dell’adattamento secondario, che verrà strutturato dopo nella coscienza.

Inizia la traversata del Mar Rosso e l’approdo nella "terra promessa".

I contenuti istintuali dell’inconscio transitano nella coscienza.

E qui la narrazione si ferma e gli ebrei attendono l’arrivo del loro Messia.

Dalla elaborazione dei significati integrati nella coscienza nasce in essa “il Bambino divino” (secondo la definizione di Jung), cioè nasce in essa il primo nucleo rappresentativo del Sé cosciente (la prima immagine del Sé in quella coscienza).

Qui la narrazione cristiana prosegue e, dopo un tormentato cammino, nasce  dal principio maschile e dal principio femminile, a Betlemme in una povera capanne,  Gesù.

Assistito dalle radici inconsce  di quei due principi, il bue e l'asinello.

Il Sé si ribella alla corruzione della coscienza dissociata ed alle protesi del falso sé che la infestano.

Diventato adulto Gesù si ribella alla corruzione della sua religione (“fuori i mercanti dal Tempio”) e viene condannato a morte.

Inizia e si sviluppa il percorso del processo di crescita psichica, in consapevolezza, della coscienza fino alla presa di coscienza del proprio Sé.

Inizia il tormentato e doloroso percorso della Via Crucis fino alla crocefissione del Cristo.