.               

Se si scrive o si parla di psicoanalisi, di psicoanalisi sul serio, inevitabilmente si incrociano il linguaggio scientifico ed il linguaggio delle emozioni.

Ed ancora il linguaggio simbolico ed il linguaggio dei sentimenti.

Ed in questa miscellanea di linguaggi, a suo modo una sorta di entanglement quantistico ad un altro livello, si intreccia e si fonde tutto: Il corpo, la mente, il sesso, la psiche, la rabbia e chi più ne ha più ne metta.

Difficile usare il bilancino quando si parla di tutto questo.

Perché lì è la carne ed il sangue dell'essere umano tutto che esprime tutto sè stesso.

Lì ,  è in quel linguaggio , in quello scritto  , nel linguaggio spontaneo con l'altro o l'altra (non c'è nulla da fare , l'analisi è sempre!) , che si esprime la totalità dell'essere: La sua storia (sempre tormentata  .Ci mancherebbe altro  , altrimenti che storia è) , la sua vita e quella di molti altri: La donna afgana , il ragazzo iraniano impiccato, la donna occidentale uccisa ,il beota (ce ne sono dappertutto nelle università, nei governi, nei parlamenti, nel mercato del pesce , ecc.) che ride e non capisce di nulla, lo scienziato che scrive libri e non capisce una mazza, il dolore e le sofferenze di tanti e la cecità di chi non le vede, la pena di chi serve lo stato ed i cittadini  con onestà e gli altri che gli sputano in faccia  , chi soffre e muore senza speranza e non ha mai visto una luce .

In quel linguaggio, in quei linguaggi che si intrecciano inestricabilmente, c'è il tutto.

Perché il Sè di ciascun essere umano è il suo tutto.

Anche se lui o lei non lo sa e si dà continuamente martellate sui genitali maschili o femminili che siano.

Così siamo messi chi più chi meno, chi prima chi dopo, TUTTI, e prima ce ne accorgiamo e ce ne rendiamo conto meglio è.

  (scritto il 16/1/23)

 

 

 

 

 

 


 

Torna alla home pageTorna alla pagina indici Febbraio 2023