Non bisogna operare e parlare come dormendo (Eraclito Fr.12)
Nell’individuo dissociato la coscienza ha il controllo totale anzi totalitario dell’essere lasciando all’ego l’illusione della propria centralità ,
 l’illusione della propria capacità di libero arbitrio e l’illusione del libero uso  della propria volontà.
In realtà l’individuo dissociato può volere e pensare solo all’interno degli schemi (spesso angusti)  dissociativi e dissocianti di quella coscienza
 e può comportarsi solo lungo i binari obbligati delle proprie coazioni a ripetere.
Egli vive in un mondo illusionistico arricchito, si fa per dire, dalle costellazioni delle sue proiezioni e dalla danza macabra delle sue figure
 fantasmatiche interiori.
Vive una esistenza precaria sempre sul limite dell’aggravamento delle proprie nevrosi e nella direzione della crescente pressione sulla coscienza 
dei propri processi interiori ai quali egli non ha dato e non può dare, da solo,  risposta.
Contenuti inconsci interiori i quali prima o dopo passeranno all’azione o nel suo ambito di vita o nel suo stesso organismo.
Il tutto sotto la costante paura della propria morte, rappresentazione essa pure del terrore indotto dalla coscienza circa la propria soccombenza 
sotto la pressione dei contenuti inconsci che chiedono insistentemente e per tutta la durata della vita riconoscimento.

 

Torna alla home page    Torna all'indice agosto 2015