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Accade più volte che l'integrazione nella coscienza di un qualche significato del Sè generi una informazione quantistica indotta da un mutamento quantico prodotto dalla espulsione di una falsa informazione dalla coscienza stessa.
Con la conseguenza sincronica che, è accaduto più volte, il lettore di un qualche microchip rilasci un messaggio di errore tipo "errore di scrittura".
Intendendo che lo scanner non riesce a leggere i codici inscritti nel chip.
E non riesce a leggerli con ogni probabilità in quanto quella informazione quantica inibisce la possibilità che quel cip operi da ponte senza fili tra il lettore contactless e il chip stesso con i dati ponte i quali passerebbe l'alimentazione elettrica per induzione anziché per contatto comportandosi inoltre come una radioricevente a cortissimo raggio per la comunicazione tra il microchip e il lettore.
Se tale interazione inibitrice potesse essere provata, oltre che semplicemente OSSERVATA, se ne dovrebbe dedurre che le false informazioni che costituiscono sia il falso sè sia le sue protesi avrebbero la capacità di inibire proprio la capacità del cervello* di ricevere comunicazioni transferali sia di produrre comunicazioni controtransferali.
Sarebbero perciò esse a generare ogni forma di resistenza al mutamento della coscienza dissociata.
Si potrebbe anche pensare che tale capacità inibitoria delle false informazioni nella coscienza, se particolarmente infestanti, siano in grado di bloccare la capacità dell'inconscio (il “lettore”) di acquisire in sè le informazioni del DNA relative alla crescita psichica (il “microchip”) impedendo il transito di quelle informazioni genetiche nell'inconscio stesso.
(*) Ne ho scritto più volte riportando i relativi esempi: Ciò che accade nella realtà sensibile è SEMPRE ed ANCHE rappresentazione simbolica di un qualche meccanismo di funzionamento (o, in questo caso, di non funzionamento) del cervello.
. (scritto il 20/8/24)