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 Senza poterlo capire e nemmeno immaginare ma i Faraoni impegnandosi ed impegnando migliaia di esseri umani nella costruzione della piramide (di Cheope e delle altre) agivano e rappresentavano in quella costruzione il loro processo di crescita psichica, il processo di costruzione della coscienza del loro Sé.

Non a caso quella costruzione durava circa 20 anni, tanto quanto la durata dell’infanzia e della adolescenza, durante le quali quel processo avrebbe dovuto grosso modo svilupparsi.

A base quadrata (le quattro funzioni della coscienza) con forma appuntita (la coscienza quantistica) che simbolicamente sovrasta il tutto.

Attenzione però, la piramide rappresenta l'intera dell'individuo, coscienza la quale ha al suo interno, nella stanza segreta e ben protetta, la vera coscienza del Sè, cioè il sarcofago che contiene del faraone/Sé la sua immagine (il corpo svuotato, mummificato, con la sua maschera d’oro).

Nel corso di questo lavoro nella sua fase finale ho osservato che era in corso un processo di miniaturizzazione delle informazioni/significati del Sé in base alla quale stessi simboli cominciavano a rappresentare campi sempre più vasti di quelle informazioni.

Nella coscienza, al suo interno, si strutturava cioè un nucleo centrale di informazioni/significati del Sé che era la vera e propria “coscienza del Sé”.

Miniaturizzazione che lasciava il resto della coscienza, il resto del cervello neuronale, libero per la elaborazione delle sue informazioni.

E tornando alle piramidi si pensi a quanto spazio esse occupano e a quanto poco ne occupa il sarcofago.

E si pensi a quanto lavoro per realizzarlo partendo da un enorme blocco di granito o di porfido di alcune tonnellate, squadrarlo, svuotarlo all’interno e portare la sua pietra durissima alla levigatezza di quelle superfici.

Solo strumenti dell'epoca e faticosissimo olio di gomito.

                  (scritto il 27/10/23)

 

 

 

 

 

 


 

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