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Il dialogo dichiaratamente terapeutico ,vis a vis, ha il difetto di interagire con la coscienza percettiva che , con il suo complesso di castrazione, le sue protesi del falso sé e le sue resistenze cristallizzate e talora con l’abnorme sviluppo della sua funzione razionale rende spesso impossibile il procedere della terapia.
La Natura provvida , che la sa lunga, ha inventato la possibilità di una seconda via d’accesso alla coscienza , se così fortemente schermata, attraverso una via “invisibile”.
Questo strumento terapeutico invisibile (sto parlando com’è ovvio del transfert e del controtransfert) sfugge al controllo della coscienza percettiva e dei sui blocchi castranti e funziona al suo meglio* quando si è fuori da ogni setting terapeutico e la conversazione spazia tra quali siano gli ingredienti necessari per la pasta e fagioli e sull’ultima , come al solito stupida, trasmissione televisiva.
Inoltre il transfert ed il controtransfert sfruttano una caratteristica della coscienza quantistica che è “l’azione fantasma a distanza” **, tanto invisa ad Einstein, e che è poi lo stesso strumento indispensabile per l’insorgenza dei fenomeni di sincronicità.
Naturalmente ci si chiederà se questa è la seconda via di accesso quale sarebbe la prima ?.
La prima via di accesso alla coscienza è la coscienza percettiva.
Attraverso di essa la coscienza infantile , grazie a modelli psichici genitoriali favorevoli alla crescita psichica, assume i primi significati che la orientano verso la crescita psichica e la successiva retroversione verso il proprio inconscio, verso il proprio Sé, verso i significati di quest’ultimo.
Ed a partire da qui per 18/20 anni spontaneamente il processo di crescita psichica procederà verso la coscienza del proprio Sé.
Purtroppo negli umani , per quanto io ne possa sapere , sembra che ciò accada molto , molto raramente.
(*) Della serie meno ti vedo è meglio è.
(**) Già più volte ho cercato di spiegare , nei miei limiti, che quì di esoterico non c’è nulla.
E che quella azione a distanza si spiega benissimo con i meccanismi della fisica quantistica ed in particolare con l’entanglement quantistico.
L'utilizzazione di questi meccanismi quantistici da parte della funzione intuizione , al fine di interpretare i simboli onirici , implica una capacità di ricerca, tra tutte le informazioni del cervello , ed una potenzialità di elaborazione che sono molto al di là della potenzialità della coscienza neuronale vale a dire della razionalità. Esse sono però alla portata della coscienza quantistica e dei suoi meccanismi.
Il che rende evidente il motivo per cui non è possibile interpretare i significati dei simboli onirici razionalmente.
Senza contare il fatto che questo tipo di interpretazione, per sua natura fisica, è ininfluente a generare mutamenti nella coscienza.