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Utilizzo questi due precetti, appartenenti a religioni diverse, come esempi per descrivere due opposti e ben diversi atteggiamenti della coscienza rispetto ai contenuti istintuali del Sé.
Ogni riferimento al conflitto Arabo-Israeliano è in questo caso puramente casuale (o forse anche no*).
A. Nell’”Occhio per occhio, dente per dente” la coscienza dissociata risponde colpo su colpo ad ogni timido tentativo del Sé (di un suo sogno) di portare un qualche suo significato nella coscienza per mutarla. E’ l’atteggiamento della coscienza castrante nei confronti di quei contenuti istintuali, atteggiamento il quale esaspera, amplifica e rende perenne il patologico e patogenico conflitto intrapsichico. E lo avvia verso la ineluttabile virata nella patologia somatica.
B. Nel “Porgi l’altra guancia” c’è l’atteggiamento opposto, rispetto al precedente, della coscienza nella direzione della non violenza, dell’accoglienza, della comprensione. Nella direzione della crescita psichica, della progressiva attenuazione dei conflitti verso il loro superamento, verso la comprensione di ciò che “l’altro da tè” cerca disperatamente, e non da ieri, di farti capire. E’ questo l’atteggiamento giusto che deve assumere, dapprima l’ego e successivamente la coscienza, nel corso della terapia prima e della autoanalisi dopo. E’ questo l’atteggiamento del “calati junco che passa la china”, dell’atteggiamento (passivo e remissivo) della riottosa coscienza razionale che consenta il passaggio e l’ingresso nella coscienza stessa della grande ondata risanatrice dei contenuti istintuali/significati del proprio Sé. E dopo che “l’onda“ è passata “il giunco” potrà ergersi in tutta la sua fallica potenza**.
(*) La politica, l'anima, l'amore, la tolleranza reciproca, la Ragione e le ragioni della vita umana, hanno una moltitudine di strade da percorrere, anche lungo strade tra quelle più impercorribili. E' la volontà determinata e sospinta da religioni ed ideologie più o meno folli che rende tutto difficile (e perciò eccoti servito ogni massacro possibile).
(**) In questa frase c’è un uso sconsiderato e didattico di metafore (ovviamente tutte da interpretare. E la sessualità c’entra ma non più di tanto).
(scritto il 01/11/23)