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Se è vero com’è vero che le esperienze , soprattutto ma non solo , quelle più incisive sono in grado non solo di allocare nella coscienza significati strutturanti ma anche di modificare il substrato neuronale si potrebbe anche pensare che quest’ultimo effetto possa interagire in qualche modo con il codice genetico lasciando anche là tracce di quelle esperienze .

Per cui le esperienze vissute nel corso dell’imprinting infantile , generatrici di condizione dissociative o peggio,  lascerebbero tracce di sé nel codice genetico individuale e quest’ultime verrebbero perciò  trasmesse alle generazioni successive.

Il che renderebbe conto della impressionante , ma solo per chi se ne rende conto, diffusione della condizione di dissociazione da sé nonché di ben più rilevanti psicopatie.

Il fatto che ciò non accada e non possa accadere per gli individui delle altre specie animali dipende dal fatto che quella condizione dissociativa è ostativa rispetto alle possibilità di sopravvivenza degli individui di quelle specie.

Per quanto riguarda invece gli  esseri umani il particolare sviluppo della corteccia cerebrale , evento evolutivo che riguarda solo gli individui della specie umana, consente a quegli individui di sviluppare adattamenti efficaci, per quanto possibile,  a quella loro sfortunata ed iniziale condizione psichica.

C’è da dire ancora che se le esperienze inducono mutamenti al substrato neuronale lo stesso accade allora anche con la terapia analitica che indurrebbe  altrettanti mutamenti che compenserebbero , fino a renderli marginali ed ininfluenti,  i mutamenti indotti dalle esperienze infantili dell’imprinting.

Ed , ideuzza per ideuzza, viene da chiedersi se quando si parla di inconscio (o quanto meno di una parte di esso)  non ci si riferisca proprio a quei mutamenti del substrato neuronale che conservano memoria delle esperienze negative strutturanti che le hanno indotte.

Ed ancora , ideuzza per ideuzza, c’è da chiedersi se esiste una interazione a feedback tra mutamenti neuronali e codice genetico non esista anche una interazione, in senso contrario,  tra codice genetico e soma .

Per cui l’imprinting infantile impone meme (nel senso di Richard Dawkins) distorti che distorcono geni.Nella generazione successiva geni distorti distorceranno meme.

E l’imprinting infantile distorto farà il resto.

Il che potrebbe rendere  conto del perché determinate condizioni psichiche interagendo negativamente, in forma mediata ed  in modo retroverso, sul codice genetico possano azionare in quest’ultimo un riflesso somatico distorto e distorcente rispetto alla salute fisica.

Come a dire che a patologia mentale (più o meno latente ed inconscia) non può che corrispondere una o più patologie fisiche , le quali della condizione di patologia mentale diventano  rappresentazioni simboliche significative.

 

 

 

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