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Si sottovaluta , in quanto non si conosce nè se ne è  fatta esperienza,  il dolore che si infligge ad un bambino/a quando , già nella primissima infanzia,  si blocca il suo sviluppo psichico cosi come è geneticamente preordinato.

Da questo dolore , segregato nell'inconscio, si difende la coscienza infantile per non esserne straziata e se ne difende disperatamente la coscienza dell'adulto perché ne teme , ed a ragione, l'impatto devastante.

Ma quel dolore non è inerte e non si può eliminare.

Esso è come una forma di energia latente che in qualche modo deve trovare sbocco nella realtà sensibile dell'individuo.

Esso può trafilare lentamente nel corso della vita accompagnando patologie di varia natura o accompagnando esperienze negative dolorose.

In qualche modo, in molti modi,  esso deve venire fuori dal profondo nel quale è stato segregato.

Il processo di crescita psichica più volte nel suo corso attinge in modi diversi in quello stagno di dolore inconscio.

E di esso poco alla volta, per fortuna o per inconsapevole saggezza di quel processo , si prende coscienza.

E ciò in ogni caso non è mai esperienza piacevole.

Com'e'  facile immaginare.

Così facendo però  si libera da esso poco alla volta l'inconscio per evitare che quel dolore latente  avveleni giorno dopo giorno l'esistenza dell'individuo.

 

 

 

 

 


 

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