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In taluni paesi del sud, alla vigilia delle festività pasquali, i ragazzi della parrocchia, su indicazione del parroco, vanno in un magazzino o in un fienile tra i campi e tirano fuori da lì "La bara" (" 'a vara" nel locale dialetto) che era stata lì ricoverata per tutto l'anno.
Si definisce localmente così il carro con la statua votiva che verrà portata in processione lungo le strade del paese.
Viene cioè portata in processione, sostenuta da lunghe stanghe per sollevare il pesante carro, la statua della Madonna oppure del Cristo.
Ed in occasione della festa locale la statua del Santo o della Santa cui la locale parrocchia è dedicata.
Come già si è osservato la "BARA" ...bara.
Cioè mente.
In quanto appare un qualcosa che metadice, ANCHE, di ben altro.
La processione mostra alla popolazione un oggetto sacro intensamente simbolico, il quale però è anche una rappresentazione di ciò di cui la coscienza di ciascuno di quella massa di popolo dovrebbe capire il significato.
Purtroppo invano.
Viene mostrato a tutta la popolazione il simbolo, che rappresenta la coscienza del Sè (nel caso della statua della Madonna oppure, ed ancora più intensamente, quando si tratta della statua della Madonna con il Bambino).
O, ancora, quando viene mostrata a quel popolo la statua del Cristo, la rappresentazione simbolica del Sè di ciascun individuo.
Il Cristianesimo con i suoi potenti simboli sacri, ma anche potentemente rappresentativi, mostra a ciascuno la via della propria liberazione* se solo quelle coscienze fossero aiutate ad intraprendere qui ed ora, sulla terra, nel corso della loro vita terrena, quel percorso.
(*) Molto tempo fa la teologia della liberazione (i cui promotori furono il teologo Gustavo Gutiérrez, l'arcivescovo Hélder Câmara*, il teologo Leonardo Boff e Camilo Torres Restrepo, e molti altri in diversi continenti,) fu in parte osteggiata dalla Chiesa .
E a tale opposizione non era probabilmente estraneo il forte contenuto anticapitalistico di tale dottrina, contenuto pur coerente con essa.
(*) "Quando io do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista".
(scritto il 04/11/23)