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Dapprima , nella assoluta incoscienza e sotto la pressione dei bisogni inconsci , questi ultimi vengono agiti: nei comportamenti rappresentativi, nei desideri mai soddisfatti né soddisfacibili, nelle proiezioni sull'altro e sull'oggetto .
E si vive una vita altra da sè.
La vita dell'uomo, la vita della donna massa.
Poi un giorno si capisce che questa vita e tutto ciò che essa ci costringe a vivere non è la nostra vita.
Ed è terapia analitica prima e, per i più determinati, l’autoanalisi dopo.
E, dopo tanto agire in quella prima fase nell'incoscienza ed in questa seconda fase nella ricerca della propria coscienza e del proprio Sè, si capisce al termine di quel lavoro che inizia la fase della azione della non azione.
Una volta raggiunta anzi conquistata, perché di una lunga, determinata e sofferta lotta si tratta, la coscienza di sè inizia il periodo nel quale non agire è meglio che agire .
Dopo tanta azione inizia il periodo della NON AZIONE.
E' questa fase, l'azione della non azione, una fase che a suo tempo è stata individuata dalla saggezza zen.
Quando al culmine di quel percorso sapienziale questa nuova conquista si apprende.
(scritto il 22/1/23)