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Nell'individuo dissociato, grazie all'azione transferale e controtransferale (l’azione della non azione), ad un certo momento nasce e si forma nella coscienza l'idea di INCONSCIO.
Idea che subito viene proiettata sull’oggetto.
Successivamente la proiezione migra e transita su un soggetto altro.
Ancora successivamente essa migra e si avvicina al soggetto stesso.
E’ quasi un processo progressivo di riappropriazione di qualcosa di perduto fin dall'infanzia e dopo molti anni finalmente ritrovato.
E’ ovvio che l'inconscio è dove è sempre stato.
Represso, compresso, castrato nei suoi contenuti.
Perfino reso tanto marginale da impedire in esso il transito di informazioni dal codice genetico.
Ma esso è sempre stato lì.
Come il Sè dell'individuo anche se nemmeno di esso c’era idea.
Anche se la coscienza della loro esistenza non avesse LETTERALMENTE, RETORICAMENTE, LINGUISTICAMENTE idea.
Un inconscio LI’ privo di parola.
(scritto il 26/12/23)