Partendo dalla ipotesi di Penrose ed Hameroff, successivamente qui sviluppata , si dovrebbe pensare che i microtubuli raccolgono informazioni quantistiche sullo stato di salute di ciascuna cellula, informazioni che confluiscono ai neuro tubuli insieme alle informazioni sullo stato di salute dei neuroni nonché sulle informazioni in essi memorizzate.

Di conseguenza nei neurotubuli confluiscono sia informazioni sullo stato fisico dell'organismo sia sulla realtà fisica nel quale esso vive, sia sul rapporto di tale organismo con quella realtà (o CREDUTA TALE*).

Se così fosse è evidente che sono i neurotubuli che decidono circa la possibilità di evolvere di quello organismo (e della sua specie) oppure di regredire.

A secondo dei mutamenti dell'ambiente che a feedback quella evoluzione o quella regressione inducono.

Per cui una specie che modifichi, danneggiandolo  gravemente, (ed incoscientemente e colpevolmente), il proprio  ambiente naturale sarà la prima a subirne gli effetti regressivi.

Insieme a tutte le altre specie di viventi che in quell'ambiente convivono.

Ed allora si capisce come mai espellendo dalla psiche umana informazioni patologiche e patogeniche del falso sè esse danneggiano viventi dell'ambito esattamente come esse danneggiavano la vita dell'individuo che inconsapevolmente le manteneva nella propria psiche.

Finché quelle informazioni false risiedono nella coscienza l'individuo le agirà e porterà con i suoi comportamenti la loro capacità distruttiva ed autodistruttiva nell'ambiente nel quale vive.

Se esso invece ripulirà la sua psiche da esse il danno prodotto sarà localizzato, transitorio e risanabile.

(*) Ciò nel caso di imprinting infantili ostili che strutturano ambienti pseudoreali artefatti).

   (scritto il 5/9/24)

 

 

 

 

 

 


 

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