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“Sentirsi odiato>sentirsi perseguitato”
L'odio percepito nella infanzia resta appiccicato addosso ed è come un occhio, una lente che consente di vedere l’odio dell'altro a prescindere contro chi quell'odio sia diretto.
Ma la radice dell’odio risale al momento in cui la coscienza è stata indotta e costretta, suo malgrado ed all’insaputa di tutti, ad abbracciare le prime false informazioni impostele dall’imprintig.
Da quel momento il Sé, e l'individuo tutto, diventano il nemico da odiare.
E l’odio si stratifica livello dopo livello nella coscienza ed ogni briciola di esso mette radici nell’inconscio, radici malate che quell'odio nutrono ed alimentano.
E’ odio molto simile a quello che i genitori dalle coscienze dissociate nutrono per il loro stesso Sè.
E che inconsapevolmente riversano, pur coscientemente negando, sul Sè e sulle coscienze dei loro stessi figli.
Ed in questa contraddizione e nei messaggi contradditori, e tra loro opposti, che dalle psiche parentali partono verso i figli c’è una chiave importante.
Malgrado ogni amore, malgrado ogni buona volontà, malgrado ogni istinto parentale.
L’odio inconscio e profondo della coscienza dissociata verso il proprio Sè ha segnato la vita di quei genitori (e così a risalire per generazioni) e segna il loro modo inconsapevole di essere genitori nei confronti dei loro figli.
Il contrasto, il conflitto, la lotta profonda tra quell'odio antico e quell'amore di oggi ha segnato e segna quel rapporto ed ogni rapporto.
(scritto il 26/12/23)