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La coscienza deviata , quale che sia la causa di tale devianza (complesso di castrazione, strutturazione dissociante, ecc.) prima o dopo produce i suoi danni nell’individuo.
Quale che sia questo danno (comportamentale, ideativo, sintomatico, variamente patologico, ecc.) il suo manifestarsi innesca un circuito che in qualche modo alimenta e rende perenne la sua stessa causa psichica.
La devianza della coscienza produce danni all’individuo e nell’individuo .
Tali danni, quando si rendono manifesti alla percezione, energizzano e perpetuano, per il fatto del loro stesso esistere e per il fatto dell’essersi resi manifesti, la loro causa patogenica nella psiche.
Se ciò avviene , come sovente avviene , nel corso della terapia analitica in questo circuito patologico e patogenico si intromette la zeppola dell’interpretazione dell’analista che in qualche modo comincia a disturbare ed a mutare la natura di questo circuito perverso.
Per dirla in un altro modo:Il sintomo, quale che esso sia, è funzionale alla malattia psichica ma per un altro verso è anche utile e funzionale alla terapia .