La coscienza NON è il cervello ed il cervello NON è la coscienza.

A sua volta l'ego (il signor "cogito ergo sum") non è, a sua volta, nè il cervello nè la coscienza.

Difficile districarsi.

Difficile perché l'individuo inconscio di sé e da sé dissociato non è in grado di distinguere questi "oggetti" nella sua coscienza anche se esso sa benissimo razionalmente cosa essi siano.

La coscienza è una parte, e nemmeno tanto, del cervello.

Se infestata dalle informazioni del falso sè essa può giungere a colonizzare ed impegnare  l'intero cervello e rendere l'individuo intellettualmente e fisicamente un vegetale.

Oppure se essa ha assunto in sé le informazioni genetiche che definiscono il Sè dell'individuo può essere una parte, forse infinitesima, di quel cervello.

Lasciandolo perciò libero di elaborare le informazioni, la CONOSCENZA in possesso della coscienza neuronale, come meglio gli aggrada.

E l'ego di quella elaborazione LIBERA e LIBERATA raccoglie l'espressione e, se lo ritiene necessario, la esprime a sua volta:Nel pensiero e nel comportamento.

La coscienza neuronale ha due facce, quella percettiva (che elabora i segnali dei cinque sensi) e quella cognitiva che conosce  di sé e del mondo.

Che ne conserva e ne acquisisce le relative informazioni.

Poi c'è un'altra coscienza che ha anche un “corpo” ed è la coscienza quantistica la quale, grazie ai microtubuli ed ai neurotubuli, riceve e trasmette informazioni a tutto l'organismo, ad ogni sua cellula.

La quale coscienza, sulla base delle IPOTESI* qui formulate, ha la funzione di mantenere l'organismo vivente in una condizione di omeostasi:

-         Omeostasi nella salute se la coscienza vive delle informazioni genetiche del proprio Sé;

    -     Omeostasi nella patologia se essa vive delle informazioni false del falso sè.

(*) Di tutte le ipotesi in questo lavoro formulate io non posso provare SCIENTIFICAMENTE  la fondatezza di NESSUNA di esse. Ciascuno quindi si regoli di conseguenza.

   (scritto il 9/9/24)

 

 

 

 

 

 


 

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