Il sintomo , quale che sia la forma con la quale si presenta all’attenzione , è una rappresentazione di un qualche contenuto inconscio
il quale impossibilitato ad accedere alla coscienza e sempre più sovraccaricato energeticamente dall’inconscio passa all’azione.
Ma la funzione del sintomo è anche altro.
Egli con la sua insistenza, con il suo dare fastidio, disturbo, dolore e quant’altro è anche un promemoria, un avviso , un caveat per
l’ego.
E’ come se il sintomo continuamente ricordasse all’ego ignaro di tutto che la sua coscienza , del quale di solito egli nulla sa, impedisce
con pervicacia all’inconscio ed ai suoi contenuti di svolgere il compito per il quale esistono.
Compito che consiste nello arricchire la coscienza nella direzione della crescita psichica allo scopo di iniziare e portare a termine quel
processo psichico naturale, istintivo, genetico che le preclusioni della coscienza impediscono.
Il memo che il sintomo svolge nei confronti dell’ego dice che di fronte a questa pervicace ed invincibile ostilità della coscienza nei
confronti di quel processo è necessario un intervento diverso.
E’ necessario che l’ego cosciente assuma su di sè la responsabilità della propria vita prendendo le iniziative necessarie ed
indispensabili
per far partire quel processo negato.
Naturalmente l’individuo di fronte al sintomo va dal medico.
Il quale suggerisce una pastiglia.
La quale forse ferma il sintomo in attesa che la soglia energetica dell’inconscio non porti al palcoscenico dell’ego un altro sintomo,
magari più severo.
Molti vano avanti così per tutta la loro vita.
Alcuni vanno dallo psicoanalista , il quale se sufficientemente consapevole, aiuta la coscienza dell’individuo (ripeto la coscienza
dell’individuo che è organo psichico diverso rispetto all’ego cosciente) a sbloccare i tanti nodi, i tanti muri che l’imprinting infantile
ha costruito in essa contro l’inconscio.
Facendo iniziare nell’adulto un processo che la Natura aveva previsto far iniziare nella coscienza del bambino poco dopo la sua
nascita.
Si potrebbe dire : meglio tardi che mai !