Non ci vuole una particolare consapevolezza o una grande esperienza dei linguaggi simbolici per capire che il razzismo , la paura fottuta dell’uomo nero (e tutto quello che ne consegue negli U.S.A.), è una conseguenza diretta della fottutissima paura che hanno i razzisti del loro stesso inconscio.
Per dirla più precisa la fottuta paura che le loro coscienze ha dei contenuti dell’inconscio e quindi della paura che quegli individui hanno di loro stessi e che proiettano inevitabilmente sull’uomo nero.
Non ci vuole molta consapevolezza per capirlo ma vaglielo a spiegare !.
In una condizione di razzismo più o meno strisciante, di emarginazione sociale, di bassa occupazione per i neri, di formidabili sperequazioni sociali tra classi e tra etnie, sembra ovvio che un quantità di giovani manifestino la loro rabbia per tutto ciò delinquendo.
Ovviamente come sempre succede ciò di cui abbiamo più paura si presenta sempre davanti a noi in forme terribilmente paurose e di conseguenze l’omicida razzista incontrerà sempre davanti a sé (o almeno così gli sembrerà ogni volta) neri spaventosi che lo terrorizzano fino a farlo sparare.
Il razzismo crea l’omicida e l’omicida crea la rabbia dei neri i quali si comportano (o sembra che si comportino) in modo da giustificare sia il razzismo che l’omicida.
E’ ovviamente una follia utopica, diciamo pure un delirio della fantasia, ma il giorno in cui qualcuno inventasse una pastiglia per dissolvere e superare la condizione di dissociazione da sé,condizione umana diffusa che sta distruggendo , in molti modi diversi, il mondo quel qualcuno vincerebbe in un colpo solo tutti i premi Nobel disponibili per molti anni a venire.