Dice un sogno: “…  mi sporgo sul lavandino della cucina  in fondo alla stanza per ripulire e lavare un grosso coltello…”.

Ciò che definiamo, e che ho definito complesso di castrazione, parrebbe essere  in realtà null’altro (sic !) che la potente capacità elaborativa razionale della coscienza/cervello quando tale coscienza sia dissociata dagli istinti , dai contenuti istintuali dell’inconscio, dal Sé, dall’inconscio stesso.

Tale capacità elaborativa razionale della intera coscienza , sotto la spinta delle suggestioni di realtà , castra spontaneamente , autonomamente ed implacabilmente dalla coscienza (nella totale inconsapevolezza dell’ego), rimuovendolo,   qualsiasi affioramento dell’inconscio ritenuto da tale capacità elaborativa inappropriato rispetto allo standard infantile razionale da essa acquisito.

Il “fallo” quindi , inteso come capacità del capire razionale, è esattamente lo strumento della castrazione quando la coscienza , essendo dissociata da sè,  non è in grado di capire ed accettare i contenuti istintuali dell’inconscio ed i loro significati creativi.

Coadiuva con il “fallo” in questa attività di castrazione l’attività rimovente della coscienza .

Attività,  peraltro di per sé non patologica in quanto funzionale di norma all’igiene mentale,  utilizzata però in modo radicale e castrante a causa di quella condizione dissociativa.

 

 

 

 

 

Torna alla home pageTorna alla pagina indici Marzo 2020