Taluni psichiatri ritengono che il fatto che nel corso della meditazione non si riescano a fermare i pensieri spontanei e coatti dipenda dal fatto che aree diverse del cervello sono connesse in reti funzionali intrinseche.
Per cui mentre l'area cerebrale, della coscienza, è controllata dalla meditazione dell'ego questa stessa area viene "disturbata" da pensieri spontanei o coatti che in essa pervengono a causa di quella connettività funzionale.
Si potrebbe pensare che questi pensieri spontanei e coatti che rendono difficile il raggiungimento dello stato di calma di coscienza siano il prodotto "disturbante" generato dalle informazioni false del falso sè che inquinano ed infestano quella coscienza dissociata e che sono la CAUSA di tale condizione patologica.
E che concorrono a produrre, nel corso del processo di mutamento della coscienza, resistenze particolarmente accanite.
Inoltre si dovrebbe pensare che esista una parte di coscienza che è sotto il controllo dell'ego, e sulla quale egli esercita il suo controllo e la meditazione, mentre tutto il resto di quella coscienza è soggetta alla attività dei pensieri prodotti dalle sue correlazioni funzionali intrinsiche.
Come a dire che l'ego potrebbe riuscire a controllare l'area geneticamente destinata a diventare la COSCIENZA DEL SÈ ove riuscisse, grazie al processo di crescita psichica, a riunire in essa tutte le informazioni che definiscono l'immagine del proprio Sè, processo che contribuirebbe nello stesso tempo ad ANNICHILIRE tutte le informazioni false del falso sè liberando dalla loro RIDONDANZA le restanti aree di coscienza.
Ed a questo punto si potrebbe anche definire quale possa essere la NORMALITA’ PSICHICA salutare: Quando la coscienza del Sé (l’area della coscienza a ciò GENETICAMENTE destinata) abbia introiettato in sé TUTTE le informazioni genetiche del proprio Sé, eliminando per ciò stesso da essa TUTTE le false informazioni assunte nel corso dell’imprinting infantile.
Processo questo presumibilmente asintotico che dura tanto quanto dura l’esistenza.
Esattamente come avviene relativamente al rapporto biologico tra DNA e cellule dell’organismo.
(scritto il 3/10/24)