Questo rapporto è determinato tra quante e quanto vere sono le informazioni del Sé nella coscienza, tra quante e quanto false sono le informazioni del falso sé nella stessa e tra quanto sono vere e/o false sono le informazioni le quali hanno strutturato (e continuano a strutturare) l’adattamento secondario.
In assenza di informazioni del Sè nella coscienza l’adattamento secondario è come una piccola luna che ruota intorno al falso sé tentando di non precipitare e non farsi assorbire da esso.
Cioè dalla sua follia.
E questa è la c.d. “normalità apparente”.
Il problema dei tre corpi (le informazioni del Sè, le informazioni del falso sè e quelle dell'adattamento secondario) nonché del loro effetto sull'orientamento complessivo della coscienza è rappresentato in modo metaforico nel romanzo di Liu Cixin "Il problema dei tre corpi".
Franco Battiato ricercava in una sua canzone "un centro di gravità permanente" che evitasse gli effetti "dei tre corpi" sulla coscienza, sull'ego, sulle idee e sui comportamenti.
E quanto variabili e profondamente incidenti tali effetti su tutto ciò e sugli esseri umani è, ancora metaforicamente, descritto in quel romanzo.
Sciolgo il dubbio di Battiato: Il centro di gravità permanente esiste ed è il proprio Sé*, l'insieme delle informazioni genetiche che lo descrivono e ne rappresentano l'immagine nella coscienza.
Permanente per quanto possano esserlo le cose umane e della vita.
(*) Viene in mente improvvidamente il film “Dio esiste e vive a Bruxelles”, di Jaco Van Dormael.
(scritto il 5/10/24)