All’inizio le informazioni distorte sull’individuo/bambino colonizzano la piccola coscienza primitiva, definita anche coscienza
di tipo anale, e con questa piccola coscienza ,che ha una visione distorta dell’individuo, l’individuo adulto si fa la sua vita con
tutte le conseguenze del caso.
Un giorno inizia una terapia e tutto il resto della sua coscienza , ad esclusione della piccola coscienza anale, comincia ad imparare
delle cose.
E’ noto che l’individuo usa solo una piccola parte del suo cervello mentre del resto non sa che farsene , purtroppo per lui.
A questa grande parte della coscienza rimasta inutilizzata la terapia insegna tre cose fondamentali:
- Che esiste la funzione onirica ed è importantissima;
- Che i simboli onirici hanno un significato per la costruzione dell’immagine del proprio Sé ed il superamento dei propri problemi;
- Che esiste la funzione intuizione e la terapia un po’ alla volta insegna a questa parte della coscienza ad usarla.
Questi elementi di assoluta novità per questa parte della coscienza (e per l’ego stesso) fanno partire in questa parte della coscienza il
processo di crescita che può andare avanti da solo per mesi e per anni fino alla conquista della coscienza di sé.
Questa gran parte di coscienza dapprima inutilizzata, a causa della dominanza della coscienza anale deviante, ricorda tanto la signora
Penelope la quale in attesa del buon Ulisse cerca di resistere alla invasività dei porci, pardon dei Proci, cioè dei costrutti del falso Sé
che hanno invaso la sua reggia.
Nel mito le stanze di Penelope sono cosa diversa dalla corte invasa dai Proci.
Quando arriva finalmente Ulisse egli tende il suo arco (la funzione intuizione) che solo lui sa usare e con la freccia centra i dodici anelli
dei manici delle scuri (cioè intuisce tutti i significati del Sé , i dodici anelli) .
A questo punto, aiutato dal figlio Telemaco/Ego, stermina i Proci, fa pulizia dei costrutti del falso sé nella coscienza anale e finalmente
riabbraccia l’adorata Penelope.
Questo mito greco come tutti i miti è una fonte di ispirazione e di materiale da interpretare.
Ne colgo ora solo due aspetti:
- Lo scontro di Ulisse con Polifemo, il gigante con un occhio solo, scontro che rappresenta il conflitto del Sé con la terribile
coscienza solo razionale (il Grande Cretino intelligentissimo) in quanto priva del secondo ”occhio”, la seconda intelligenza,
l’intelligenza intuitiva.
- Il letto nella stanza da letto di Ulisse. Quando la coscienza è inconscia si può anche dire che è invasa dall’inconscio. Ma
quando essa è diventata cosciente di sé l’inconscio ne diventa uno strumento di vita. E il grande albero di ulivo profondamente
radicato nella terra il quale a suo tempo Ulisse fece tagliare per spianarlo e renderlo idoneo a diventare letto (pur lasciando il
grande tronco radicato nel suolo) rappresenta appunto l’inconscio ora diventato strumento vivo ed indispensabile della
coscienza del Sé.