Il "lavandino" coscienza è VUOTO DI SÈ .

La "pentola" inconscio  è invece strapiena e ribolle di energia e di significati.

Cerca una via per la coscienza che le è, dalla sua ostinata patologia, NEGATA.

E quell'energia sempre crescente e quelle informazioni/significati continuamente energizzati cercano una via di scampo.

E la trovano nelle cellule di un qualche organo bersaglio.

E QUI' quella energia, quelle informazioni* inducono una qualche patologia.

RIVELATRICE, già essa quale che essa sia, di quella ANOMALIA psichica.

Dice di essa, della sua esistenza,  e metadice di quella informazione/significato cui è stata NEGATA la sua sorte genetica.

"Ed i medici tagliano, bruciano e facendo questo si lamentano di non ricevere una adeguata mercede".(Eraclito framm.36).

Ed i ciechi amputano, danno farmaci, si rassegnano al peggio.

Ma il principio del vaso comunicante funziona sempre e finché c'è vita c'è speranza.

Qualcuno comincia ad interpretare i sogni del soggetto malato (siano essi sua narrazione o transferali), qualche significato del Sè passa dalla "pentola" al "lavandino" insieme al suo quid di energia ed un'altra "pentola" più grande, l'organo bersaglio, le sue cellule malate ne perdono altrettanto.

E quelle cellule malate muoiono.

La coscienza cresce psichicamente, era tanto tempo che aspettava ciò, e la patologia somatica , che della patologia della coscienza metadiceva, decresce un pò.

Aiuta ciò la terapia clinica non distruttiva.

Aiuta l'amore dei curanti, dei familiari, di chiunque sia in grado di darne.

Qualsiasi cosa che sappia di UMANITÀ aiuta.

Non aiutano le bombe, non l'odio, non la ferocia., non la crudeltà dei comportamenti e delle menti malate, non l'aggressività della onnipotente (soi-disant) razionalità.

Come dice l'I King: "Sunn il mite, il penetrante, il vento avanza. Il viandante che non ha nulla che lo accolga segue Sunn il "penetrativo" .

Il mite significa andare dentro".

(*) Siano esse quantistiche, elettroni esagitati, chimismi o geni  da quegli elettroni deformati e così via.

         (scritto il 17/10/24)

 

 

 

 

 

 


 

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