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La coscienza dissociata , a seconda del livello di dissociazione e della distanza “informativa” rispetto ai contenuti dell’inconscio e del Sé, impegna ogni sua risorsa elaborativa ed energetica per sostenere istante per istante la simulazione di un Sé improbabile attraverso i vari costrutti del falso sé.
La situazione psichica individuale , a seconda anche qui della distanza di quei costrutti rispetto alla reale natura dell’individuo nonché di quanta energia dell’inconscio essi impegnano con il loro radicamento nonchè della aggressività e pervicacità dell’eventuale complesso di castrazione, viene a causa di tutto ciò sospinta verso il limite della sopportabilità.
Cosa che si riflette a livello emozionale in una condizione di sempre crescente disagio personale e sociale.
Essa genera pertanto una sempre crescente rabbia, un profondo senso di ribellione verso gli oggetti sociali target su cui viene proiettata e quindi attribuita la colpa e la responsabilità della propria condizione di ingiustizia psichica che viene vissuta come condizione di ingiustizia sociale.
L’odio verso sé stessi, generato da quella condizione di coscienza, viene estrovertito, insieme alla rabbia, nella direzione di quegli oggetti target.
Oggetti target che potranno essere individuati nelle altre etnie, nelle altre religioni, nelle altre classi sociali , negli altri individui e così via.