Questo nome di antica origine richiama sia il lauro le cui foglie ornavano il capo dei gloriosi vincitori nell’antica Roma sia quello dei moderni laureati.
Richiama altresì l’aurum cioè l’oro, prezioso ed ambito metallo.
Richiama però qualcos’altro di meno concreto e di più misterioso: l’aura.
Si ritiene che gli esseri umani o taluni esseri umani emanino una specie di alone invisibile o visibile a pochi.
Alcuni con particolati strumenti ne hanno tentato una improbabile misurazione.
Nelle rappresentazioni pittoriche di molte religione l’aura viene rappresentata simbolicamente con una diffusa luminosità del corpo o come una aureola intorno alla testa.
Quando un individuo è cosciente di sé ed ha perciò “svuotato” il proprio inconscio potrebbe definirsi con il simbolo definito dall’I King come “il ricettivo”.
In psicoanalisi sembrerebbe infatti vigere il principio dei vasi comunicanti: il liquido del vaso troppo pieno tende inevitabilmente a defluire verso il vaso vuoto fino a che i due livelli non si siano pareggiati.
E così accade per gli inconsci.
L’inconscio tormentato da un enorme e disturbante rimosso nonché sopratutto da contenuti mai integrati tende a comunicare questa sua sofferenza nella direzione dell’altro inconscio finalmente svuotato od in gran parte svuotato.
Si crea cioè un canale di comunicazione subliminale tra i due inconsci grazie al quale l’inconscio oppresso comunica i suoi contenuti a quello liberato.
Non solo contenuti ma anche pesanti sofferenze legate ad antiche esperienze non percepite allora a causa delle difese di quella fragile coscienza.
L’analista attraverso l’intuizione o attraverso i propri sogni comprende il senso di questi contenuti e li restituisce nel linguaggio opportuno alla coscienza del paziente contribuendo così a mutarla.
Inoltre grazie a ciò contribuisce ad alleggerire la pressione energetica sulla coscienza , pressione che vieppiù la irrigidisce , rendendola quindi più disponibile verso l’inconscio stesso.
Forse imprudentemente definisco questo fenomeno psichico “transfert” ed esso molto assomiglia a ciò che viene definito come “empatia”.
E’ possibile che l’aura, la luminosità di taluni corpi nelle pitture ecc. voglia simbolicamente rappresentare non magiche o mistici fenomeni ma questa caratteristica psichica, una sorta di campo energetico che rende preminenti e forse taumaturgici coloro che ne sono in possesso grazie ad un forte , profondo ed intenso rapporto con il proprio inconscio.