Ne ho già scritto ma mi piace ricordare qui una definizione che mio padre mi ha a suo tempo affibbiato. Mi diceva, incazzato dato che non ero esattamente un ragazzo tranquillo :Sei come il delfno nella tonnara (in dialetto "'u mmistino 'na tunnara').
Come ben sanno quelli che pescano tonni nelle tonnare quando un delfino (la fera secondo il linguaggio di S. D'Arrigo), mammifero piuttosto simpatico ed alquanto intelligente, entra nelle reti della tonnara, mentre i poveri tonni ruotano lentamente in circolo aspettando la morte, i delfini si dibattono freneticamente finché non riescono a sfondare le reti che li imprigionano.
Contribuendo così a liberare anche i poveri tonni che si erano ormai rassegnati alla loro sorte.
Dopo anni ho capito perché ero un ragazzo alquanto irrequieto: Mal sopportavo, ma chi ci capiva niente allora?, la forza castrante della mia coscienza , conseguenza di un imprinting feroce , nei confronti del mio Sè genetico: Anche allora come oggi, RIBELLE.
E mio padre, vittima inconsapevole anche lui dell'imprinting che i suoi genitori gli avevano inconsapevolmente inferto ed inflitto, aveva visto giusto.
Il Sè genetico, "delfino irrequieto", quando si sente intrappolato "sfonda le reti" della conoscenza consolidata e falsa, che lo tenevano imprigionato, e contribuisce così a liberare anche i "poveri tonni" ormai rassegnati alla loro sorte.
(scritto il 22/10/24)