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C'era un tempo nel quale i migliori alchimisti dell'epoca impiegavano gran parte del loro tempo per cercare di trasformare il piombo in oro.
E molti ritenevano che perciò fosse possibile produrre una particolare pietra che venne definita "Pietra filosofale".
Vi furono allora grandi sforzi in quella ricerca che durarono anni ed anni.
Qualcuno ritiene che perfino il mago Merlino, quello di Walt Disney, avesse partecipato a quelle estenuanti ma inutili ricerche.
Molti secoli dopo C. G. Jung intuì che quegli antichi alchimisti, bravissimi peraltro a creare filtri di ogni tipo come quello per far nascere l'amore in cuori impietriti dall'odio o quello che donava l'eterna giovinezza, cercavano sì "la pietra" ma intendevano, senza saperlo e senza capirlo, cercare ben altro.
Che non era dentro i loro alambicchi ma dentro loro stessi.
Allora il confine tra magia e scienza, che a malapena poteva dirsi tale, era molto labile.
E da allora, anche se quel confine si è di molto consolidato, ci sono ancora ricercatori che continuano a cercare pervicacemente una moderna pietra filosofale.
Per esempio molti di loro sono convinti che, spezzando il nucleo di una certo atomo, le tante schegge così prodotte avrebbero fatto capire qualcosa della struttura profonda di quella elementare materia.
E giù a picchiare sempre più duro su quel povero nucleo, che non aveva mai fatto nulla di male a nessuno.
E siccome inconsciamente siamo in grado di produrre, "magicamente", profezie autoavverantisi molti sono convinti che qualcosa hanno effettivamente trovato o quantomeno vogliono CREDERE che qualcosa sia stato effettivamente trovato.
Quelli che, al grande circuito che consentiva questo esperimento infinito, erano contrari credevano da parte loro che esso prima o dopo avrebbe creato un enorme buco nero che avrebbe ingoiato la Svizzera e tutti i suoi laghi.
Frutto, la credenza in quella modernissima ricerca della "pietra filosofale" e l'altra, della fabbrica dei buchi neri , di una razionalità esasperata la quale, proprio perchè esasperata, non vede e non può vedere altra via al di fuori di se stessa.
Ignorando che un'altra via esiste e bisogna cercarla dentro di sé, e sorpresa, ad un certo punto si potrà scoprire che ciò che cerchiamo esiste già nel funzionamento minuto del cervello ed è là, in quella “corte sconta detta arcana”, che bisogna cercarlo e scoprirlo.
Prendendone coscienza.
(scritto il 29/12/23)