La matematica è il linguaggio simbolico comune che sostiene il linguaggio scientifico e lo accompagna.

E lo sviluppo dei linguaggi matematici interagiscono, dialetticamente e vicendevolmente, con i linguaggi scientifici razionali.

Con uno sviluppo che talora avviene all'oscuro l'uno dell'altro significando di una potenzialità di sviluppo della funzione razionale che è autonoma rispetto a ciascuno dei due, pur paralleli, linguaggi.

Tant'è che Einstein scopre le equazioni (elaborate verso la fine del 1800 da Ricci Curbastro), che davano a priori un sostegno matematico alla sua teoria della relatività (1915) e le scopre DOPO che egli l'aveva già intuita ed elaborata.

Se ciò avviene ed è avvenuto per il linguaggio simbolico della matematica, lo stesso non si può dire per gli ALTRI linguaggi simbolici (linguaggi che rappresentano e METADICONO) dei quali la funzione intuizione  consente la  comprensione  dei suoi significati.

Linguaggio dell’intuizione  che ha bisogno, per essere COMUNE e CONDIVISO, da un eguale sviluppo della funzione stessa.

In presenza di un diverso sviluppo di tale funzione nella coscienza del "lettore" di quei linguaggi simbolici il risultato sarà una diversa INTERPRETAZIONE di essi.

E di conseguenza ALLO STESSO SIMBOLO verrà riconosciuto un significato diverso, a seconda del diverso livello di sviluppo di quella funzione.

Sarebbe come se i biologi, che riescono ciascuno per proprio conto  ad individuare il linguaggio di un gene del DNA, utilizzassero tecniche di analisi biochimiche  diverse le une dalle altre.

Eppure nessun linguaggio è tanto COMUNE e tanto ci accomuna come il linguaggio simbolico.

In quanto non solo accomuna ogni DNA ed ogni inconscio della specie umana, essendo di essi linguaggio comune, ma (chi può escluderlo?) anche ogni DNA ed ogni inconscio di ciascuna specie vivente.

Stante la COMUNE matrice e natura della materia elementare che TUTTI CI COSTITUISCE.

         (scritto il 26/10/24)

 

 

 

 

 

 


 

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