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Si è ripetutamente osservato che nel corso del processo di crescita lo stesso simbolo in tempi diversi offre alla intuizione un significato diverso e sempre più profondo.
Il rapporto tra sviluppo della funzione intuizione e profondità della interpretazione possibile è perciò quasi ovvio.
Il cavallo di Troia si presta come esempio a quella considerazione.
Esso appare agli abitanti di Troia con un regalo di addio da parte dei greci , appare cioè come un innocuo regalo da accogliere senza paura.
Esattamente come appare alla coscienza dissociata ciascun simbolo onirico.
Un innocuo regalo , quest'ultimo, con il quale qualcuno gioca.
Al lotto.
Ma Lacoonte, il quale del tutto scemo non doveva essere pur essendo strenuo difensore della coscienza dissociata/la troia, aveva ben capito l’inganno: “Timeo Danaos et dona ferentes”.
Portato dentro il cavallo/innocuo simbolo onirico di una finta coscienza esso svela una volta là i tanti propri significati del Sè , mortali per la vecchia coscienza.