Probabilmente occorre ipotizzare due tipologie di coscienza :la coscienza interna e la coscienza esterna (prima definita coscienza a specchio).
La prima si rivolge ai contenuti interiori, ai contenuti dell’inconscio, alle emozioni ed alla istintualità mentre la seconda è rivolta verso la realtà sensibile.
In pratica la coscienza dei sensi.
Il problema che si pone ora è se tra due tipologie di coscienza esiste comunicazione.
Nel corso della infanzia l’apprendimento e la strutturazione della coscienza avviene dapprima nella coscienza esterna grazie alla comunicazione sensibile.
Si costruisce così l’adattamento allo specifico ambiente parentale infantile.
Il tipo di strutturazione di questa coscienza successivamente si trasferisce per emulazione alla coscienza interna e determina la personalità dell’individuo e l’atteggiamento della coscienza stessa nei confronti dei contenuti dell’inconscio e quindi della crescita psichica.
Quindi una comunicazione dall’esterno verso l’interno , dalla coscienza esterna alla coscienza interna.
Nel corso della terapia e dell’autoanalisi a ciascuna acquisizione di significato da parte della coscienza interna nasce un impulso all’agire: a costruire cioè nella realtà sensibile delle rappresentazioni simboliche di quel significato.
Lo scopo di queste rappresentazioni potrebbe essere quello di fungere da ponte simbolico tra coscienza interna e coscienza esterna.
Una volta acquisito in consapevolezza il significato di quella rappresentazione simbolica ed elaboratolo ecco che la coscienza esterna si sincronizza con quella interna.
Emerge quindi a questo punto la necessità dell’agire come strumento per l’allineamento della coscienza esterna alla coscienza interna.
Emerge anche che mentre esiste nel periodo infantile comunicazione della coscienza esterna verso la coscienza interna non è vero il contrario e la comunicazione tra coscienza interna verso la coscienza esterna può avvenire grazie al bypass operato dalla rappresentazione simbolica, impulsivamente agita, nella realtà sensibile.