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Per capire qualcosa della tanto diffusa malattia mentale e del funzionamento della psiche non serve andare nei manicomi.
Dato che la realtà sensibile è lo specchio rivelatore di quella condizione.
I conoscenti occasionali, gli amici, i parenti, gli sconosciuti sono tutti un immenso campo di ricerca e di conoscenza per quanto riguarda il funzionamento della psiche e la psicoanalisi.
Com’è ovvio e naturale dato che i loro comportamenti, ogni loro espressione, ogni loro patologia metadice della loro condizione psichica così come si manifesta all’osservatore avvertito.
In taluni casi di prossimità e di frequentazione ripetuta le loro coscienze diventano, a loro insaputa, oggetto di mutamenti spontanei benefici, nella direzione del loro Sé, grazie a quella vicinanza ed a quel rapporto di frequentazione.
Erroneamente ho definito ciò come una forma di terapia eterodossa.
In realtà con il tempo ho capito che si tratta di processi assolutamente spontanei del tutto simili a quelli che altrettanto spontaneamente si verificano tra i genitori ed i cuccioli degli animali di molte specie.
E che altrettanto spontaneamente dovrebbero verificarsi tra genitori psichicamente adulti e figli se la pandemia psichica diffusa nella specie umana non bloccasse sul nascere quei processi di crescita psichica spontanei.
Nel campo di osservazione suddetto in taluni individui blocchi psichici potenti, immessi in quelle coscienze nella prima infanzia, rendono poco efficace e solo parziale quel processo spontaneo.
Mentre in altri casi, in situazioni psichiche meno compromesse, la cosa avviene normalmente fino in fondo.
(scritto il 29/1/23)