Pressione ambientale ed evoluzione
La pressione dell’ambiente costringe , una generazione dopo l’altra, ad adottare soluzioni adattative in grado di migliorare le condizioni di sopravvivenza dell’individuo e della specie.
Il processo non è né univoco né lineare.
Né esiste ,a quanto si sa, un progetto evolutivo.
La Natura va avanti per prove ed errori.
Alcune soluzioni sono inadeguate o addirittura controproducenti.
Altre falliscono clamorosamente lo scopo.
Altre ancora risolvono il problema adattativo e di sopravvivenza solo parzialmente.
Di tutto si conserva memoria genetica.
Se l’ambiente ostile (ostile al Sé) è l’ambiente mentale della coscienza , così come strutturato ad emulazione dell’ambiente parentale infantile, il sistema individuo cercherà inconsapevolmente soluzioni comportamentali e/o adattative a livello somatico per cercare di sopravvivere o per migliorare le condizioni adattative a quell’ambiente mentale ostile che lo tormenta.
Talora non ci riesce e soccombe subito.
Altre volte vive una lunghissima agonia di vita (che egli inconsapevole chiama vita) mentre il suo organismo sviluppa sintomi e patologie compensative ed adattative a quella situazione.
Tutte ricche di senso che l’occhio accecato non vede.
Talora lo sforzo di trovare una soluzione adattativa ad una coscienza che nega qualsiasi spazio di vita al Sé trova una soluzione : ed una nuova vita cellulare si sviluppa in qualche organo del corpo.
Un nuova vita che tenta di rappresentare simbolicamente la vita psichica negata al Sé e che talora porta alla morte dell’individuo stesso.