E’ interessante osservare che mentre il linguaggio delle immagini è comprensibile a chiunque il linguaggio dei suoni (il linguaggio parlato, la lingua, ciascuna lingua ) è comprensibile sono a una parte del genere umano.
Il linguaggio dei suoni perciò divide e discrimina.
Nel mito della torre di Babele gli uomini volevano erigere una torre alta fino in cielo.
Un Dio sconosciuto lo impedisce donando ad ogni essere umano (che prima usavano una lingua comune) una lingua diversa per ciascuno.
Il mito vuole significare che il desiderio degli esseri umani di diventare coscienti di Sé (la torre alta fino al “cielo”) viene ostacolato da un qualche dio misterioso quanto malevolo semplicemente introducendo tra gli esseri umani il linguaggio dei suoni.
Tornando all’oggi il linguaggio dei suoni e del comportamento dell’ambito parentale infantile impedisce alla coscienza di apprendere i significati del linguaggio onirico (il linguaggio comune ad ogni specie vivente) evitando la presa di coscienza della funzione intuizione, l’unica che potrebbe far comprendere alla coscienza quel linguaggio.
I linguaggi parentali impongono invece alla coscienza l’apprendimento, al suo posto, di un linguaggio diverso, il linguaggio della dissociazione e talora della castrazione.