Nel 2022, dopo ventidue anni di autoanalisi, una mattina, come spesso mi accade, faccio quattro chiacchiere con una conoscente.
La notte successiva faccio un sogno che al mattino non riesco proprio ad interpretare.
Passa qualche ora ed all'improvviso mi "raggiunge" un insight:"E se il sogno non riguardasse me e riguardasse invece quella conoscente con la quale avevo scambiato quattro chiacchiere il mattino precedente"?.
Possibile ?. Quando mai si è sentita una cosa del genere!!??. E dove sta scritto una cosa così ?.*
Mi viene allora in mente un racconto di J. L. Borges il quale nella sua immensa creatività (voce non riconosciuta del suo stesso inconscio) scriveva di uno che sogna il sogno dell'altro e di uno che è sognato dall'altro.
E nella sua fervida immaginazione diceva che forse noi viviamo il sogno dell'altro.
Diavolo di un Borges!.
La cui creatività gli consentiva, lui cieco, di VEDERE cose che nessuno poteva vedere oltre a lui.
Un giorno dopo l'altro, una chiacchierata dopo l'altra, un sogno transferale dopo l'altro e nascono così ciò che ho definito "Terapie non ortodosse".
Ma non basta.
Ogni volta che si interpreta intuitivamente un sogno transferale il controtransfert ne veicola i significati nella coscienza del "mittente": MUTANDOLA.
Ed i comportamenti successivi dell'altro, e ciò che esso nei giorni successivi esprime e manifesta, di quel mutamento psichico, in forma simbolica, danno testimonianza.
Straordinario processo spontaneo della Natura che svela così un ulteriore aspetto della sua provvidenzialità.
Grazie ai sogni transferali ed alle terapie non ortodosse si esce dalle fumisterie e dal chiacchiericcio della psicoanalisi c.d. tradizionale e si cominciano a capire i meccanismi di funzionamento dell'inconscio, questo sconosciuto, e della coscienza, altro soggetto psichico fin quì totalmente IGNOTO nella sua natura.
E di essi in questo lavoro grazie ai significati dei sogni ed alle loro interpretazioni intuitive si comincia a conoscere la reale struttura.
Ed inoltre si cominciano anche a conoscere i reali meccanismi di funzionamento di questa incredibilmente e potente macchina biologica che è il nostro cervello.
Sempre che chi legge abbia occhi per vedere e cervello, a proposito, per capire.
(*) La mancanza di "precedenti", di strade già percorse da altri è ciò che rende affascinate e terribile la ricerca. Affascinante perchè è come scoprire ogni volta nuovi e sconosciuti orizzonti. Terribile per l'incertezza che il mai sperimentato NUOVO porta con sè.
(scritto il 08/11/24)