.               

Lavora oggi e lavora domani, interpreta oggi ed interpreta domani credo di avere capito di più circa la natura delle resistenze sistemiche.

E per capirlo in parte occorre fare ricorso alle teorie di fisica quantistica.

La scuola, l’Università, lo studio e la lettura dei “testi sacri”, dei grandi maestri della Scienza intendo, hanno fatto acquisire a ciascuno la memoria della conoscenza scientifica acquisita e consolidata.

Nella coscienza quelle informazioni (vere o false che fossero) si sono cristallizzate nella memoria ed hanno attivato nei corrispondenti neuroni una quantità di elettroni sovraeccitati che hanno fatto diventare perenne quella conoscenza.

Prescindendo del tutto circa la fondatezza di essa.

Anzi più quella conoscenza  è ricca di falsificazioni più essa si consoliderà  e diventerà perenne, a causa della sovreccitazione di quegli elettroni.

In altri termini più una informazione scientifica o non scientifica è falsa più essa nella coscienza dissociata si consolida e si rende perenne.

E ciò spiega la difficoltà di ogni ricercatore ad innovare le conoscenze acquisite e consolidate.

Questo meccanismo perverso ed antiscientifico (ma la coscienza dissociata non ci può fare nulla, falsificare è il suo mestiere) rende indispensabile che affinchè una ipotesi scientifica si possa affermare essa debba essere verificata sperimentalmente.

Il che è assolutamente sacrosanto per quanto riguarda la fisica quantistica.

In questo lavoro ed in questo campo ho formulato una quantità di ipotesi intuitive rispetto alle quale non ho e nessuno ha certezze.

Hoanche  ipotizzato, come cosa possibile, che esse posano essere deliri della mente.

E continuerò a pensarlo fino a quando un qualche volenteroso ricercatore non ne verificherà in qualche modo la falsità o la fondatezza.

Tenendo presente che più l’informazione è falsa più essa opporrà resistenze psichiche al suo cambiamento.

E’ come ho scritto ciò è uno dei meccanismi più perversi e patologici della coscienza dissociata.

Per cui il ricercatore non avvertito alla prima resistenza sistemica si ferma e tutto rimane come prima.

E nulla va avanti.

Questo per quanto riguarda la fisica quantistica e la scienza in genere.

Per la psicoanalisi il discorso è diverso.

Qui è estremamente  difficile, se non impossibile,  trovare il modo di sperimentare la fondatezza delle intuizioni.

E quindi la psicoanalisi è alla mercè di qualsiasi mattocchio che crede di avere trovato la super chiave della conoscenza.

A ciò pongono rimedio le scuole di psicoanalisi.

Che trovano il modo di canalizzare all’interno di una teoria consolidata l’acquisizione di conoscenza dei discenti.

Il che però mette una corazza alla possibile evoluzione delle teorie consolidate.

A meno che qualcuno non sfugga a quelle pur benemerite scuole-trappola e porti avanti per conto suo la conoscenza scientifica in psicoanalisi.

Con incoscienza, a suo rischio, ma con coraggio.

In sostanza le resistenze sistemiche non sono fuori di noi ma nella nostra stessa coscienza.

E’ certo possibile che esse vengano potenziate dai meccanismi quantistici e dalla comunicazione tra i linguaggi della materia elementare (per esempio questa è ipotesi intuitiva in fisica e quindi da verificare sperimentalmente. Fino a quel momento essa deve essere considerata una cavolata o, se si preferisce, un delirio.)

In psicoanalisi la verifica “sperimentale” è costituita dalla efficacia della azione transferale e controtransferale.

Se il soggetto target di quella comunicazione migliora dal punto di vista generale ciò vuol dire che le informazioni/significati del suo Sé sono andati a bersaglio.

Se non cambia nulla vuol dire che il trasferimento di informazioni è fallito in quanto quelle informazioni erano false.

    (scritto il 30/1/23)

 

 

 

 

 

 


 

Torna alla home pageTorna alla pagina indici Febbraio 2023