Se si volesse analizzare alla luce della ragione il prodotto della funzione intuitiva , ciò che viene spontaneamente in mente relativamente ai sogni ed ai simboli onirici , si dovrebbero definire le intuizioni , i cosiddetti insight , delle espressioni  deliranti della mente.

Sappiamo bene che così non è.

Le intuizioni spontanee sono la forma con le quali l’inconscio esprime attraverso la funzione intuizione ed attraverso la coscienza i propri contenuti .

E’ del tutto incomprensibile il processo mentale attraverso cui il significato del simbolo raggiunge la coscienza e talora è del tutto incomprensibile razionalmente il nesso che in qualche pur astratto modo lega il simbolo a quel significato.

Se questa forma di espressione apparentemente delirante è il modo in cui i contenuti dell’inconscio giungono alla conoscenza si deve dedurre che le forme del delirio , del delirio conclamato, sono esse pure la modalità con la quale l’inconscio esprime di sé nell’individuo malato.

Ci sono diverse forme di espressione delirante.

C’è il delirio verbale, ci sono le idee deliranti , c’è il delirio sensoriale definito anche allucinazione (vedo la Madonna, sento odore di gigli o di escrementi, sento le voci, ecc. ecc.).

E c’è anche il delirio comportamentale che esprime nell’individuo comportamenti assolutamente incomprensibili ad ogni analisi di ragionevolezza.

Se il delirio , quello vero, nelle sue varie forme è come è una delle forme di espressione dell’inconscio allora esso , come qualsiasi altra forma di espressione dell’inconscio a partire dai sogni, va interpretato intuitivamente , va cioè capito .

Si deve cioè prendere coscienza dei significati che l’individuo malato, la cui coscienza è talmente cementata da non lasciare altra via di fuga ai contenuti dell’inconscio , con la forma del delirio , con quella modalità disperata tenta di esprimere.

Ed in quella modalità tenta di esprimere affinchè qualcuno , qualche coscienza più illuminata , comprenda cosa l’inconscio con quel deliro sta tentando di significare.

Compito questo che è , com’è anche fin troppo ovvio , della psicoanalisi.

 

 

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