"Il conte di Montecristo" è un romanzo di Alexandre Dumas e Auguste Maquet.

Narra la triste storia del Sè, castrato ingiustamente in una profonda prigione dalla quale riesce finalmente e fortunosamente ad evadere grazie all'aiuto dell'Abate Faria.

La provvida funzione intuizione, (chiamata non sò perché nel romanzo "Faria di professione Abate", istruendolo alla Umanità, gli fornisce il mezzo per una riuscita fuga dalla orrida prigione*.

Il Sè dopo avere ben meditato la propria vendetta spazza via i mercanti dal Tempio (pardon questa è un'altra storia pur essendo sempre la stessa storia) e si vendica, spazzandole via dalla coscienza, di tutte le false informazioni del falso sè che lo avevano ivi ingiustamente segregato.

E tutti vissero felici e contenti.

(*) Si noti il Sé non fugge da prigione utilizzando la via di fuga scavata da Faria ma alla sua morte sostituendo il corpo del morto con il proprio corpo.

Come a dire che quando la funzione intuizione ha esaurito il suo compito (Faria muore) è l’intero Sé che transita nella coscienza, passa da uno stato di prigionia ad un stato di libertà.

            (scritto il 17/11/24)

 

 

 

 

 

 


 

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