Si premette che la coscienza è l’esperienza vissuta.
Essa è costituita dall’insieme delle esperienze vissute a partire dalla nascita o comunque a partire dalle primissime esperienze sensoriali.
Ogni esperienza vissuta consapevolmente o meno struttura una sua microarea di coscienza.
Essa struttura in quell’area un costrutto specifico che successivamente si radica nell’inconscio.
Questa radice costituisce il significato inconscio di quell’esperienza vissuta.
Ogni esperienza vissuta realizza perciò nella psiche un costrutto ed una radice inconscia definita “significato dell’esperienza”.
Il processo di crescita inizia con la terapia analitica.
Questa singolare esperienza con la sua ripetitività struttura un suo specifico costrutto nella coscienza del tutto originale rispetto a tutte le altre esperienze vissute dall’individuo.
Questo costrutto impara ben presto che esiste un linguaggio, del quale non aveva contezza , linguaggio che è portatore di significati:Il linguaggio onirico.
Impara altresì che l’analista ha la capacità di comprendere , più o meno, i significati veicolati da quel linguaggio e che questa capacità di comprensione non è una capacità razionale.
Si parla talora nel corso della seduta di capacità intuitiva, di una nuova e diversa intelligenza rispetto alla intelligenza razionale.
Il nuovo costrutto apprende dal linguaggio dell’analista (che l’ego crede di comprendere ma è solo una illusione) alcuni dei significati lontani che questo linguaggio veicola verso quel costrutto.
Questo nuovo, singolare ed originale costrutto (singolare ed originale rispetto al panorama delle esperienze vissute dall’individuo fin lì) ben presto comincia a radicarsi nell’inconscio dell’individuo , a radicare in esso i nuovi significati di cui quella esperienza vissuta è portatrice .
Questo radicamento nell’inconscio rende lentamente possibile l’insorgere di un nuovo fenomeno:La nascita di un legame di comunicazione subliminale tra l’inconscio del paziente e quello dell’analista cioè il transfert ed il controtransfert.