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In sostanza se la coscienza è ricca di contenuti inconsci/significati il cervello può operare in modalità quantistica.

La modalità "veloce" che investe l'intero cervello.

Se invece la coscienza è dissociata , cioè povera poverissima di quei significati,  il cervello potrà operare in modalità solo interneuronale cioè in modalità "lenta" con velocità interneuronali molto elevate (ma avendo come limite di velocità circuitale la  velocità della luce) ma inefficace ai fini della attivazione del problem solving.

Ed inoltre in  aree spaziali limitate.

In pratica qualsiasi animale la cui coscienza avesse integrato la coscienza della sua reale natura (indispensabile ciò ai fini di sopravvivenza nell'ambiente naturale) è  sicuramente più intelligente di qualsiasi individuo dissociato da se , solo razionale, si  chiamasse pure Einstein.

Il che per inciso potrebbe spiegare la difficoltà di quel grandissimo scienziato di comprendere ed accettare i meccanismi della fisica quantistica.

Quanto sopra poichè il cervello animale che abbia integrato la conoscenza della sua reale natura può funzionare in modalità quantistica cosa che è negata al cervello dell'individuo dissociato da sè.

Modalità quantistica, che a differenza della modalità interneuronale , parrebbe non avere il limite di velocità imposto dalla fisica classica relativamente alla velocità di trasmissione delle informazioni.

Oltre a ciò l'individuo dissociato da sè, solo razionale , si è infilato ,suo malgrado, in un percorso evoluzionistico che non può portare da nessuna parte .

In pratica in un vicolo cieco.

 

 

 


 

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